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Tre anni dopo aver vinto, tra la sorpresa generale, il cantiere dell'Opéra che oggi porta il suo nome, Charles Garnier propose al suo ex amico della Petite-École e ora vincitore del Prix de Rome, Jean-Baptiste Carpeaux, la creazione di una delle quattro grandi sculture destinate ad ornare la facciata del Palais Garnier. Dopo vari progetti e numerose modifiche, nel 1868 Carpeaux iniziò la produzione in pietra de La Danse.
Il suo intento era quello di rappresentare l'essenza stessa della danza: movimento, gioia ed esuberanza. Questa scultura si distinse subito dalle altre composizioni più classiche presenti sulla facciata. Il Genio della Danza, figura centrale dell'ensemble, divenne rapidamente un'icona di questa monumentale opera.
Indeciso sul sesso del Genio della Danza, Carpeaux si ispirò a Sébastien Visat, un giovane falegname ventenne, per la snellezza e la sana muscolatura del corpo. Quanto al volto radioso del Genio, il suo sorriso smagliante era mutuato dalla principessa Elena di Racowitza. Con questa combinazione unica, Carpeaux ha creato una figura vibrante di vita e delicatezza, realizzando così una delle sintesi più brillanti della sua carriera.
Il genio è raffigurato in una postura dinamica, mentre rotea, con le braccia alzate in un gesto di trionfo, e tiene in mano un tamburello, simbolo di danza e festa. La sua espressione giocosa e i suoi capelli sciolti al vento trasmettono un movimento libero ed esaltato, in contrasto con i canoni più rigidi della scultura accademica del Secondo Impero.
Quando venne svelata al pubblico il 27 luglio 1869, la scultura suscitò immediatamente polemiche. La stampa si scagliò contro questa folle farandola di corpi nudi, che riteneva indecente e offensiva della buona morale. Un mese dopo, la controversia continuò incessante e un passante scontento lanciò una boccetta d'inchiostro contro la scultura, lasciando un segno visibile sulla pietra.
Questo rifiuto ferì profondamente Carpeaux. Quando Napoleone III, cedendo all'opinione pubblica, pensò di far rimuovere l'opera, Carpeaux ne fu sopraffatto. Tuttavia, lo scoppio della guerra del 1870 impedì la rimozione della statua, salvando così questo capolavoro da una prematura scomparsa.
Questa stampa reca il timbro del Syndicat des Fabricants de Bronze, una prestigiosa distinzione che consente di datare questa fusione tra il 1909 e il 1911. Nel 1909, Albert Susse fu eletto presidente del Syndicat e si impegnò per stabilire una legislazione a tutela del bronzo artistico, garantendo così l'autenticità e la qualità delle produzioni artistiche. Raggiunse il figlio Jacques nel 1904, per poi ritirarsi nel 1911, anno che segna proprio l'epoca di questa fonderia. Questo sigillo attesta non solo la provenienza e la cura impiegate in questa edizione, ma anche la sua eccezionale qualità.
Questo bronzo, che misura 105,5 cm, rappresenta la versione più grande delle riproduzioni del Genio della Danza. Le sue dimensioni monumentali lo rendono un pezzo eccezionale e raro, prodotto in pochissimi esemplari. La maggior parte delle riduzioni di questa scultura sono notevolmente più piccole, rendendo questa stampa particolarmente ricercata dai collezionisti e dalle istituzioni museali. Questa scala ci permette di apprezzare appieno i dettagli della modellazione, l'espressività del volto e il virtuosismo del drappeggio, che richiamano la potenza della versione originale in pietra.
L'originale in pietra si trova ancora sulla facciata dell'Opéra Garnier di Parigi e diverse copie in bronzo e gesso sono conservate in prestigiose collezioni museali: Musée d'Orsay, Petit Palais, Musée des Beaux-Arts de Valenciennes, Louvre, Metropolitan Museum of Art (New York), Victoria & Albert Museum (Londra).
Oggi, Il Genio della Danza è considerato uno dei capolavori della scultura del XIX secolo, simbolo dell'espressione del movimento e della vitalità. La sua influenza è visibile nell'Art Nouveau, nella scultura simbolista e anticipa persino l'espressività delle opere di Rodin.
Ref: ULSNH5CSJX