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Fauno giovane di Alfredo Pina – Uno studio sul naturalismo espressivo
Il Giovane Fauno di Alfredo Pina è uno straordinario busto in bronzo che incarna la vitalità e il fascino malizioso del suo soggetto mitologico. Talvolta erroneamente identificata come Jeune Bacchus, quest'opera è confermata con il titolo Jeune Faune, come testimonia la sua inclusione nella pubblicazione del 1929 di Gaston de Pawlowski, dove è riprodotta con questo nome. Questo riferimento inserisce definitivamente la scultura nel corpus noto di Pina e ne attesta l'autenticità.
L'opera raffigura un giovane fauno, creatura della mitologia greco-romana, associata al dio Pan e alla natura selvaggia. Pina esprime brillantemente questa energia spensierata attraverso il sorriso malizioso del fauno e il luccichio malizioso nei suoi occhi. La sua testa, ornata da una corona di foglie e piccole bacche, sottolinea il suo profondo legame con la natura, mentre la trama asimmetrica e strutturata dei suoi capelli rafforza l'impressione di movimento, catturando un momento fuggente in cui sembra voltarsi in preda a una risata.
Profondamente influenzato da Auguste Rodin, Pina applica qui la sua caratteristica tecnica di modellazione espressiva, fondendo la precisione anatomica con una superficie dinamica e impressionistica. La resa fluida del volto contrasta con il trattamento più ruvido della parte posteriore della testa e delle spalle, una giustapposizione deliberata che accentua l'emozione trasmessa dalla scultura. Queste diverse texture contribuiscono a trasmettere l'energia grezza del fauno, rafforzandone l'essenza selvaggia e indomita.
Il bronzo presenta una patina marrone con sottili variazioni di tono, che arricchiscono la profondità e il realismo dell'opera. Questa copia reca il marchio della fonderia A.G. Paris (Arthur Goldscheider), uno degli editori d'arte parigini più influenti dell'inizio del XX secolo. Goldscheider ebbe un ruolo fondamentale nella promozione degli scultori d'avanguardia e fu una figura centrale del movimento Art Déco. Fu anche il fondatore del collettivo La Stèle, che riuniva scultori progressisti come Alfred Boucher, Charles Lemanceau, Max Le Verrier e lo stesso Alfredo Pina. L'appartenenza di Pina a La Stèle lo colloca quindi al centro di un circolo artistico dedito all'innovazione scultorea e all'estetica modernista.
Il Giovane Fauno illustra perfettamente la capacità di Pina di fondere temi classici con un approccio scultoreo moderno. Pur facendo parte della tradizione mitologica, la scultura supera l'antica idealizzazione per offrire un'interpretazione più personale e sensibile. Questo approccio è in linea con le tendenze più ampie della scultura dei primi del XX secolo, in cui gli artisti cercavano di infondere ai loro soggetti tradizionali una dimensione psicologica e una nuova energia.
Pina, allieva di Rodin e influenzata dai movimenti simbolisti ed espressionisti, esplorò spesso temi mitologici e allegorici. In quest'opera, l'esuberanza del fauno e la discreta sensualità della sua espressione risuonano con gli ideali artistici del suo tempo, combinando l'ispirazione classica con l'espressività del modernismo.
L'inclusione del Giovane fauno nell'opera di Gaston de Pawlowski del 1929 ne attesta l'importanza e costituisce una prova documentale del suo riconoscimento durante la vita di Pina. Trattandosi di un'edizione antica e autentica realizzata dalla fonderia A.G. Paris, questa scultura è un pezzo raro e prezioso, una testimonianza del talento di Pina e del suo posto nell'arte europea del XX secolo.
Catturando la dualità del fauno, allo stesso tempo selvaggio e accattivante, Pina dà vita al bronzo con straordinaria sensibilità e maestria. Quest'opera incarna lo spirito libero della natura, trasformato in un ritratto scultoreo vibrante di emozione e movimento.
Ref: KE27ZIRDZU