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AFTER LE GUERCHIN - La Sibilla di Samo - SCUOLA ITALIANA fine XVIII secolo
La Sibilla di Samo
Remake della composizione del Guerchin conservata alla Galleria degli Uffizi di Firenze
Tela senza cornice
Altezza: 116 cm Larghezza: 93 cm
Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino o il Guerchin, nato a Cento nel 1591 e morto a Bologna nel 1666, fu un pittore e disegnatore barocco di scuola ferrarese, attivo a Roma e a Bologna.
Autodidatta, Giovanni Francesco Barbieri si perfezionò nel disegno studiando i dipinti dei Carracci, sia attraverso le opere conservate a Cento sia con l'intermediazione di Bononi e Scarsellino, che realizzarono pale d'altare nella regione.
Nel 1608, all'età di 17 anni, incontra Benedetto Gennari, pittore di scuola bolognese.
Trasferitosi a Bologna, entra in contatto con l'ambiente artistico dei Carracci. Attratto dallo stile di Luigi Carracci, sviluppa l'uso della luce. Studia Caravaggio a Venezia e l'opera di Rubens a Mantova.
Nel 1616, a Ferrara, ebbe il primo contatto con la pittura veneziana, che poté approfondire durante il suo soggiorno a Venezia (1618) studiando i grandi maestri veneziani del XVII secolo.
Le opere del primo periodo (1615-1620), e soprattutto quelle successive al soggiorno veneziano (Susanna, al Museo del Prado, San Guglielmo d'Aquitania, alla Pinacoteca di Bologna), hanno un colore caldo e intenso, con effetti di luce e ombra, e rappresentano forse la parte migliore della sua opera.
Papa Gregorio XV, che era stato suo mecenate a Bologna, lo chiamò a Roma nel 1621. Tra le altre opere, dipinse la Maddalena nella Pinacoteca Vaticana, il Sepolcro di Santa Petronilla nella Galleria Capitolina, l'Aurora e la Renommée nel Casino della Villa Boncompagnii Ludovisi.
Tornato a Cento nel 1623, vi rimase, lavorando intensamente, fino al 1642, quando si trasferì a Bologna.
L'influenza di Guido Reni si fa sempre più evidente e, con essa, il Guerchino si orienta verso modi accademici nella composizione, nel colore, nella lavorazione e, infine, anche nei soggetti e nei motivi. Caravaggio ha avuto poca influenza sul primo stile di Guerchin. La trasformazione subita dalla sua pittura è la prova più evidente della crisi della cultura artistica che si verificò intorno agli anni Trenta del Cinquecento, quando trionfò il cosiddetto "classicismo barocco".
Artista estremamente abile, realizzò più di 250 dipinti. Le sue opere sono ammirate per la forza dei colori, il talento nell'imitare la natura e la creazione di illusioni ottiche.
"Un colore vigoroso e monotono, tendente al nero e al viola, un'esecuzione facile, piena di fuoco e di verità, sono le caratteristiche principali della sua originalità. È uno di quei pittori che hanno fatto tutto dal vero, e hanno copiato i loro modelli, come se avessero voluto fare i loro ritratti, senza pensare troppo ai ruoli che dovevano interpretare. È uno di quei pittori nelle cui opere si riconosce molto più l'attore che il personaggio che ritrae. I suoi quadri hanno una fisionomia molto diversa da quelli di Michelangelo, Caravaggio, Espagnolet, Valentino e Alexandre Veronese, anche se tutti questi artisti avevano il suo stesso obiettivo.
Quando Reni morì, nel 1642, si recò a Bologna e lo sostituì agli occhi di una società di amanti dell'arte divenuta internazionale.
Fu sepolto nella chiesa del Santissimo Salvatore a Bologna, allora gestita dai monaci lateranensi che lo avevano accolto.
Ref: R6TZCSJ8IT