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Olio su tela 116x89cm datato 1974.
Jacques Soisson ha studiato all'École supérieure des beaux-arts di Tolosa, poi all'École des Beaux-arts di Montpellier e, dal 1966 al 1978, ha lavorato come psicoterapeuta infantile.
Nel 1969 è membro della Société d'art brut creata da Jean Dubuffet.
È riconosciuto per i suoi dipinti di ispirazione fantastica con colori contrastanti detti “messicani” ma anche personaggi totemici caratterizzati da una personalità esacerbata.
LORO HANNO DETTO ;
“Mi sembra che tu sia stato come Mosè - tutto sommato - investito di una missione: far rivivere per il nostro tempo l'antichissima teogonia di un universo dove Dio lasciava ancora spazio agli dei... Che un Dubuffet ti abbia avuto così presto notato e incoraggiato non significa che il tuo dipinto abbia qualche legame con l’“Art Brut”. Al contrario, se la tua ispirazione deve tutto all'istinto, la sua realizzazione è opera di un artista, un artista visivo completo. Questo è un dipinto molto elaborato, spesso monumentale, sempre dominato ed equilibrato…” Georges Moos
“Jacques Soisson mi appare come un macchinista dell'immaginazione. Il suo dominio è il teatro delle operazioni dell'inconscio, dove gli intrighi notturni vanno e vengono... Le cose sono sempre evidenti. Sempre violenti, i colori, siano essi tradotti nella loro massima brillantezza o nella loro opaca opacità…” (Robert Abirached)
“Con la perfetta padronanza del suo disegno, il suo senso acuto della composizione monumentale, la sua tavolozza “messicana”, la sua ispirazione fantastica, Soisson è al centro della grande verità della pittura che forse ci arriva dalle sponde dei mondi dimenticati che solo i poeti, i bambini e i pittori ricordano. Il lavoro di Soisson incarna questa trinità vivente. » (André Parinaud)
“Ho sempre visto e sentito Jacques Soisson come un bambino grande i cui occhi si meravigliano dell'avventura del mondo. Lungi dal limitarsi a osservare, contare, fotografare, si chiede costantemente perché un bastone è un bastone, una nuvola una nuvola, un uomo un uomo. In breve, perché l’universo esiste. Che è evidentemente l'unico modo di dipingere, cioè di creare. »(Giuseppe Delteil)
“Jacques Soisson non ha inventato la pittura o il piacere di dipingere... Ma quanto è divertente? Cosa divertente, verrebbe da dire. Questi mostri con la faccia e gli artigli, questi personaggi pedalanti, questi atleti di cabaret, questi re totem come tanti amanti pazzi - quale Antinèa? - congelati nelle loro strisce colorate o nei loro brandelli abbaglianti..." (Jacques Berne)
“I suoi quadri sono esplosioni di colori forti, tonici... La mente ha decostruito l'immagine figurativa, la mano ha tracciato arabeschi neri che danno il ritmo, il colore si è avvolto in questi interstizi e la linea si è moltiplicata a seconda della tela, si diventa un collegamento tra l'oscurità e la luce, tra l'oblio e la memoria... Per me la pittura di Jacques Soisson è l'equilibrio luminoso di tormenti che lo sono meno. Jacques Soisson ha il potere magico di dipingere tanto con la sua anima quanto con i suoi pennelli. » (Evelyne Lagache)
“La sua struttura è complessa, non sappiamo dove inserirci, come un puzzle i cui elementi continuerebbero senza dubbio a mancare. Ci deve essere una scia di briciole di pane? Soisson non può spiegare. Ha abbandonato da tempo la vena che sarebbe bastata per riportarlo al triste destino della fama. » (Hugues Bachelot
Ref: AQWQN51WW7