Ecce Homo, Cerchia di Quentin Metsys (Lovanio, 1466 – Anversa, 1530)
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Ecce Homo, Cerchia di Quentin Metsys (Lovanio, 1466 – Anversa, 1530)

XVI secolo e anteriore
Luigi XIII
CONSEGNA
Da: 38066, Riva del Garda, Italia

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    Maestro fiammingo del XVI secolo
    Cerchia di Quentin Metsys (Lovanio, 1466 – Anversa, 1530)

    Ecce Homo

    olio su tavola (cm. 34 x 23 - con cornice non coeva XIX sec. cm. 47 x 37)

    Importante dipinto su tavola, raffigurante l’intenso volto di Cristo sofferente incoronato di spine, nella più tradizionale iconografia dell'Ecce Homo, una delle raffigurazioni cristiane più rappresentative della pittura antica, che ha visto emergere per intensità e drammatico realismo i pittori fiamminghi.

    Il dipinto rivela infatti caratteristiche tipologiche e formali derivate dalla tradizione nordeuropea cinquecentesca, mostrando particolari affinità con le opere del fiammingo Quentin Massys (o Metsijs), fondatore della Scuola di Anversa e tra i massimi interpreti fiamminghi di questo soggetto;

    Possiamo menzionare tra le tante opere il suo Ecce Homo che risale al 1516 ed attualmente conservato al Musée des Beaux-Arts de Dunkerque (vedere nei dettagli)
    *link
    Musée des Beaux-Arts de Dunkerque

    Rispetto a questo modello, l'opera in esame esibisce una fattura più robusta e impasti più densi di colore che orientano a nostro parere verso una datazione piuttosto tarda del XVI secolo.
    Il Cristo, la cui figura emerge su un fondo scuro, è raffigurato con il capo incorniciato da un riflesso luminoso, su cui è posta la corona di spine intrecciate. Lo sguardo è spento con gli occhi semichiusi, arrossati, in un atteggiamento rassegnato e sfigurato dal dolore, solcato dalle lacrime e dalle gocce di sangue.
    Importante, in questo dipinto, è lo studio dell’espressione e lo sguardo di Cristo, con gli occhi rivolti verso il basso, in segno di dolore, densi di un phatos capace di trasmettere allo spettatore la sofferenza di questo episodio della Passione.
    L'Ecce Homo è l'episodio evangelico durante il quale Gesù, in attesa della sua condanna, dopo la flagellazione, viene presentato al popolo da Ponzio Pilato, allora governatore romano della Giudea. L'espressione significa letteralmente 'Ecco l'Uomo', e fu la frase pronunciata da Pilato per designare la sofferenza di Gesù flagellato e coronato di spine.
    Il volto suggerisce che l’autore abbia sicuramente studiato con attenzione le opere di altri artisti per  la fisiognomica, ovvero la disciplina che cercava di studiare il carattere delle persone in base al loro aspetto fisico, e se ci fossero appunto dei rapporti tra aspetto e carattere.
    INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:
    L’opera viene venduta completa di una cornice in legno ed è corredata di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.
    Ci occupiamo ed organizziamo il trasporto delle opere acquistate, sia per l'Italia che per l'estero, attraverso vettori professionali ed assicurati. È anche possibile vedere il dipinto nella galleria di Riva del Garda, saremo lieti di accogliervi per mostrarvi la nostra raccolta di opere.
    In caso di acquisto dell'opera da parte di clienti non italiani sarà necessario ottenere un permesso per l'esportazione che richiede circa 10/20 giorni, la nostra galleria si occuperà di tutta la fase fino all'ottenimento. Tutti i costi di quest'operazione sono inclusi.
    Contattateci, senza impegno, per qualsiasi informazione aggiuntiva.
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    Ref: KRP046NBF4

    Stato Ottimo
    Stile Luigi XIII (Dipinti Religiosi Stile Luigi XIII)
    Epoca XVI secolo e anteriore (Dipinti Religiosi Epoca XVI secolo e anteriore)
    Paese di origine Belgio
    Artista Maître flamand du XVIe siècle - Cercle de Quentin Metsys (Louvain, 1466 - Anvers, 1530)
    Larghezza (cm) 37
    Altezza (cm) 47
    Tempi di spedizione Pronto per la spedizione in 8-15 giorni lavorativi
    Localizzazione 38066, Riva del Garda, Italia
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