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- Mobile da libro intagliato, legno e pergamena, opera tedesca del XVIII secolo.
-Dimensioni: Altezza: 10,8 cm larghezza: 18,8 cm profondità: 14,5 cm
-Il teschio è posizionato su un libro chiuso, alcune pagine del quale sono segnate da pezzi di pergamena.
Quest'opera è composta da elementi che rimandano direttamente allo scorrere del tempo e rimandano alla precarietà e alla finitezza delle cose; un teschio posizionato su un libro polveroso. Questi elementi sono rappresentati con grande attenzione al realismo. Il libro, in particolare, la cui rilegatura “falsamente” usurata con un'illusionistica polverosità ne rende palpabile l'abbandono e il degrado. Gli esseri umani non sono più in questo mondo.
- “Vanità delle vanità, tutto è vanità e ricerca del vento…”, questa frase dell'Ecclesiaste, un libro dell'Antico Testamento, ha dato il nome “Vanità” a una categoria di nature morte. Questo genere si svilupperà nei Paesi Bassi nel XVII secolo, i pittori sono attenti a integrare nozioni morali e religiose nella loro composizione, per rendere la loro opera un supporto alla meditazione oltre la performance illusionistica. Il messaggio è quello di meditare sulla natura transitoria e vana della vita umana. bisogna vivere bene per morire bene per prepararsi alla condizione post mortem.
Gli artisti svilupperanno poi attraverso gli oggetti rappresentati nelle loro opere un linguaggio simbolico per incarnare le attività umane, la scienza, il denaro, le arti, i piaceri dei sensi, la ricchezza, il potere, rispetto ad altri elementi che evocano il trascorrere del tempo, la fragilità delle cose la vita, la lenta ma irrimediabile distruzione di tutta la produzione umana e il trionfo della morte, spesso con un teschio umano. Questo teschio, simbolo universale, si riferisce all'uguaglianza degli uomini nella morte qualunque sia la loro condizione e al fatto che finiranno per assomigliarsi tutti quando non saranno altro che ossa.
La rappresentazione isolata del teschio umano apparve già nel XV secolo, sul retro dei ritratti di donatori dipinti sui pannelli dei polittici fiamminghi, come il Dittico Carondelet (1517, Parigi, Museo del Louvre). Si tratta di memento mori (“ricordati che stai per morire”), che ricorda ai promotori la vanità delle pretese umane. Gli sviluppi scientifici hanno permesso di rappresentare un teschio umano con la massima precisione.
- L'opera qui presentata è una vanità espressa in modo molto sobrio, è collegata ad un libro che illustra l'attività intellettuale.
Se la presenza di un libro aperto sottolinea la natura vana della ricerca della conoscenza (la vanità della conoscenza, Erasmo “Non c’è niente di più vano che sapere molto”), qui il libro chiuso sembra simboleggiare la conoscenza che porta alla consapevolezza della vanità di tutte le cose o sapienza spirituale, quella che conduce alla salvezza dell'anima. Più che sulla finitezza dell'uomo, il messaggio dell'opera insiste qui sulla speranza che risiede nella consapevolezza del fatto che sta per morire.
Ref: L0RQQSNIUJ