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Coppie di donne
Leonor Fini
Litografie
Firmato
Giustificato in EA
Dimensioni: 35 x 26 cm
Dimensioni della cornice: 53 x 44 cm
Leonora Fini (1908-1996)
Iniziò a dipingere giovanissima, ammirando dapprima i pittori del Quattrocento, poi i manieristi del Cinquecento, le cui grazie languide la affascinavano già, così come il simbolismo romantico di Caspar Friedrich David. Studiò a Trieste e poi a Milano. Nel 1933 si stabilisce a Parigi e prende parte alle attività del gruppo surrealista, poi a Londra e, nel 1938, a New York, Zurigo e Bruxelles.
Grazie al suo gusto per il broccato e la penna e alla sua passione per le maschere, fu sempre attratta dal palcoscenico e diede il meglio di sé al teatro e al balletto, ma anche al cinema.
Partecipò alla mostra Surrealism in London nel 36 alla Burlington Gallery, ma anche a Fantastic Art, Dada, Surrealism al Museum of Modern Art di New York, prima di esporre lì da sola con la prefazione al suo catalogo Eluard e Chricio. Nel 1986 il Musée du Luxembourg di Parigi gli dedica una retrospettiva.
Le sue opere si nutrono materialmente della tradizione classica, come spesso accade per i surrealisti, tenuti, secondo i precetti di André Breton, a dare fotografie di sogni. La sua pittura traspone successivamente silhouette di ragazze adolescenti, paesaggi fantastici, donne calve, germinazioni in uno stile quasi astratto, ancora personaggi ma sempre caratterizzati da stranezza. Quanto a ciò che queste opere esprimono, la volontà di riferirsi al fantastico è evidente, il ricorso all'erotismo morboso può sembrare talvolta forzato; Ciò che forse ne costituisce la qualità principale è il clima davvero inquietante, creato dalla bellezza antiquata di una tecnica collaudata unita all'ambiguità dei soggetti trattati. La strana seduzione di un giovane efebo nudo e avvolto nella pelliccia è accentuata dalla rappresentazione con la religiosità delle tecniche antiche.
Negli anni Settanta dipinge la serie Jeux de Vertige, a proposito della quale scrive: “In questi giochi l’importante è la perdita di coscienza, il felice naufragio di sé stessi. L'andare avanti e indietro di un'altalena inizia con euforia e risate e diventa assenza e vertigine, da qui la difficoltà di fermarlo: l'attrazione del vuoto.
L'opera di Leonor Fini è indubbiamente legata al surrealismo.
"Quando Fini dipinge un cappello, lo dipinge come Bonnard o riscopre quei toni misteriosamente incandescenti che Redon trovava solo nel pastello, e le ragazze diventano semplici piedistalli per roveti ardenti" Robert Malville.
Ref: 3W7UW3TEXX